Karma: la legge di causa ed effetto
Nulla può avvenire senza una causa. La legge del karma è la base per comprendere ciò che ci accade ed agire in modo corretto.
Quando si lancia una freccia, la sua traiettoria è prevedibile. Se non esistesse una legge di causa ed effetto, la freccia andrebbe ogni volta in una direzione casuale.
Nel mondo fisico le leggi di causa ed effetto sono espresse mediante formule matematiche, che non esistono nella realtà, ma sono concetti mentali che ci permettono di rappresentare i fenomeni fisici e di prevedere quello che succederà in futuro.
Il lancio dei dadi segue le stesse leggi di causa ed effetto della freccia, ma in questo caso il risultato non è prevedibile perché non siamo in grado di conoscere in modo preciso la situazione iniziale e le forze in gioco. Nel mondo fisico infatti, le leggi di causa ed effetto sono applicabili quando possiamo conoscere con precisione lo stato iniziale e tutte le forze in gioco.
Esiste una legge di causa effetto anche per le nostre decisioni? Il Buddhismo afferma che questa legge esiste ed è la legge del Karma.
L'esperienza comune ci dice che c'è una certa causalità tra le nostre decisioni e i risultati che otteniamo. Ad esempio, se curiamo la nostra alimentazione, probabilmente vivremo più a lungo, al contrario, se fumiamo, probabilmente vivremo di meno.
I risultati delle nostre decisioni non sono però prevedibili in modo puntuale, come i fenomeni fisici per due motivi principali. Il primo è che non possiamo conoscere con sufficiente precisione lo stato iniziale di tutti gli elementi in gioco. Il secondo è che non è possibile prevedere le libere decisioni degli altri esseri coinvolti. Immaginiamo, ad esempio, di avvicinarci ad un cane per accarezzarlo. Probabilmente accetterà le carezze e sarà contento, ma potrebbe anche decidere di morderci. La sua decisione modificherà tutta la sequenza di eventi successivi. Il samsara, ovvero la rete degli eventi, non è infatti predeterminato, ma si sviluppa istante per istante sulla base delle libere decisioni di tutti gli esseri senzienti.
Come funziona allora la legge del Karma?
Vivendo nel samsara, noi non possiamo smettere di agire. Ogni nostra più piccola azione crea un seme, che maturerà contribuendo alla generazione di un evento futuro. Come per ottenere un frutto, servono una causa primaria (il seme), ma anche numerose cause secondarie, quali il nutrimento, il sole, l'acqua, eccetera. Così per generare un evento servono la causa primaria e numerose cause secondarie. La complessità di questa rete di cause ed effetti è superiore alla capacità di comprensione umana e pertanto non possiamo prevedere in modo preciso quali effetti avrà una nostra azione, né quando questi effetti matureranno.
Che cosa possiamo sapere del Karma?
Possiamo conoscere le 4 leggi del karma.
Primo: ad azioni positive segono effetti positivi, ad azioni negative seguono effetti negativi
La prima legge afferma la certezza del Karma. Azioni positive produrranno effetti karmici piacevoli, mentre azioni negative avranno conseguenze spiacevoli. Non è possibile in nessun modo che un'azione positiva produca conseguenze spiacevoli, né che un’azione negativa produca conseguenze piacevoli. Tutte le esperienze piacevoli che viviamo oggi. derivano da una precedente azione positiva.
Secondo: il karma amplifica i risultati delle nostre azioni
La seconda legge stabilisce l'accrescimento del Karma. I risultati di ogni nostra azione, anche la più piccola, verranno amplificati nel tempo in termini di quantità, intensità e durata. Così piccole azioni positive potranno portare grandi gioie e piccole azioni negative potranno generare grande sofferenza.
Terzo: possiamo sperimentare gli effetti soltanto delle azioni che abbiamo compiuto
La terza legge del Karma afferma che se una azione non è compiuta, non è possibile sperimentarne gli effetti. In altre parole, si possono sperimentare soltanto i risultati delle azioni che abbiamo compiuto personalmente. Siamo noi che raccoglieremo i frutti dei semi che abbiamo seminato. Ognuno di noi è quindi artefice unico del proprio destino.
Quarto: il karma non si estinguerà prima di aver generato tutti i frutti previsti
La quarta legge del Karma afferma che le azioni compiute non si estingueranno prima di aver generato tutti i frutti previsti, anche se ci volessero milioni di anni. E dunque inevitabile che chiunque compie azioni non virtuose sperimenti in un futuro vicino o lontano dei risultati negativi. Mentre chi compie azioni virtuose, sperimenterà certamente in futuro conseguenze positive.
Gli effetti del karma sono di tre tipi: il karma proiettante determina le nostre rinascite, il karma completante determina gli eventi che ci capiteranno nelle vite future ed il karma ambientale determina le condizioni ambientali che incontreremo. Nei testi antichi vi sono anche molte indicazioni più precise degli effetti del karma. Ad esempio: dalla generosità nasce il benessere, dalla condotta etica nascono le rinascite fortunate, dalla pazienza nasce la bellezza e così via.
Gli effetti del Karma si accrescono se l'azione viene eseguita con continuità o con passione oppure se viene eseguita su una persona o un oggetto di grande importanza (ad esempio i genitori o un grande saggio).
È possibile dall’altro lato mitigare gli effetti del karma negativo in tre modi. Il primo è quello di pentirsi dopo aver compreso gli effetti negativi dell'azione commessa. Il secondo modo è quello di fare azioni virtuose per compensare gli effetti negativi generati. Il terzo modo è quello di modificare il proprio stato mentale applicando i giusti antidoti per eliminare le cause delle nostre azioni negative. Se la causa delle azioni negative è l’attaccamento, dobbiamo infatti applicare la rinuncia. Se la causa è l’ostilità, dobbiamo applicare la compassione, mentre se la causa è l’ignoranza, dobbiamo cercare la retta conoscenza.
La legge del Karma si basa sulle azioni, ma in realtà le azioni sono guidate dalle intenzioni. E sono le intenzioni che determinano il tipo di karma che verrà generato. Le intenzioni positive che hanno come obiettivo il bene degli altri o che ci spingono a progredire nel sentiero verso l’illuminazione daranno origine a karma positivo. Se invece danneggiamo gli altri o se cerchiamo esclusivamente il nostro benessere in questa vita, creeremo karma negativo.
Ad esempio donare una moneta ad un povero sembra un’azione positiva, ma se lo facessi esclusivamente per fare bella figura davanti agli amici, produrrebbe karma negativo. Nella realtà ogni azione avrà un misto di intenzioni positive e negative.
La legge del karma è la base dell’etica buddhista: vi è una giustizia immanente nel Samsara, che funziona come una legge fisica. Con le nostre azioni passate abbiamo determinato gli eventi che ci accadono oggi. Mentre in ogni momento, grazie al nostro libero arbitrio e sulla base delle intenzioni che muovono le nostre azioni, scegliamo che tipo di seme piantare per il futuro. Che sia un albero da frutto o una pianta velenosa, saremo poi noi a coglierne frutti in futuro. Dobbiamo quindi esaminare continuamente con attenzione e sincerità le motivazioni delle nostre azioni, cercando di eliminare le intenzioni negative mediante l’applicazione degli antidoti.
Nel mondo fisico le leggi di causa ed effetto sono espresse mediante formule matematiche, che non esistono nella realtà, ma sono concetti mentali che ci permettono di rappresentare i fenomeni fisici e di prevedere quello che succederà in futuro.
Il lancio dei dadi segue le stesse leggi di causa ed effetto della freccia, ma in questo caso il risultato non è prevedibile perché non siamo in grado di conoscere in modo preciso la situazione iniziale e le forze in gioco. Nel mondo fisico infatti, le leggi di causa ed effetto sono applicabili quando possiamo conoscere con precisione lo stato iniziale e tutte le forze in gioco.
Esiste una legge di causa effetto anche per le nostre decisioni? Il Buddhismo afferma che questa legge esiste ed è la legge del Karma.
L'esperienza comune ci dice che c'è una certa causalità tra le nostre decisioni e i risultati che otteniamo. Ad esempio, se curiamo la nostra alimentazione, probabilmente vivremo più a lungo, al contrario, se fumiamo, probabilmente vivremo di meno.
I risultati delle nostre decisioni non sono però prevedibili in modo puntuale, come i fenomeni fisici per due motivi principali. Il primo è che non possiamo conoscere con sufficiente precisione lo stato iniziale di tutti gli elementi in gioco. Il secondo è che non è possibile prevedere le libere decisioni degli altri esseri coinvolti. Immaginiamo, ad esempio, di avvicinarci ad un cane per accarezzarlo. Probabilmente accetterà le carezze e sarà contento, ma potrebbe anche decidere di morderci. La sua decisione modificherà tutta la sequenza di eventi successivi. Il samsara, ovvero la rete degli eventi, non è infatti predeterminato, ma si sviluppa istante per istante sulla base delle libere decisioni di tutti gli esseri senzienti.
Come funziona allora la legge del Karma?
Vivendo nel samsara, noi non possiamo smettere di agire. Ogni nostra più piccola azione crea un seme, che maturerà contribuendo alla generazione di un evento futuro. Come per ottenere un frutto, servono una causa primaria (il seme), ma anche numerose cause secondarie, quali il nutrimento, il sole, l'acqua, eccetera. Così per generare un evento servono la causa primaria e numerose cause secondarie. La complessità di questa rete di cause ed effetti è superiore alla capacità di comprensione umana e pertanto non possiamo prevedere in modo preciso quali effetti avrà una nostra azione, né quando questi effetti matureranno.
Che cosa possiamo sapere del Karma?
Possiamo conoscere le 4 leggi del karma.
Primo: ad azioni positive segono effetti positivi, ad azioni negative seguono effetti negativi
La prima legge afferma la certezza del Karma. Azioni positive produrranno effetti karmici piacevoli, mentre azioni negative avranno conseguenze spiacevoli. Non è possibile in nessun modo che un'azione positiva produca conseguenze spiacevoli, né che un’azione negativa produca conseguenze piacevoli. Tutte le esperienze piacevoli che viviamo oggi. derivano da una precedente azione positiva.
Secondo: il karma amplifica i risultati delle nostre azioni
La seconda legge stabilisce l'accrescimento del Karma. I risultati di ogni nostra azione, anche la più piccola, verranno amplificati nel tempo in termini di quantità, intensità e durata. Così piccole azioni positive potranno portare grandi gioie e piccole azioni negative potranno generare grande sofferenza.
Terzo: possiamo sperimentare gli effetti soltanto delle azioni che abbiamo compiuto
La terza legge del Karma afferma che se una azione non è compiuta, non è possibile sperimentarne gli effetti. In altre parole, si possono sperimentare soltanto i risultati delle azioni che abbiamo compiuto personalmente. Siamo noi che raccoglieremo i frutti dei semi che abbiamo seminato. Ognuno di noi è quindi artefice unico del proprio destino.
Quarto: il karma non si estinguerà prima di aver generato tutti i frutti previsti
La quarta legge del Karma afferma che le azioni compiute non si estingueranno prima di aver generato tutti i frutti previsti, anche se ci volessero milioni di anni. E dunque inevitabile che chiunque compie azioni non virtuose sperimenti in un futuro vicino o lontano dei risultati negativi. Mentre chi compie azioni virtuose, sperimenterà certamente in futuro conseguenze positive.
Gli effetti del karma sono di tre tipi: il karma proiettante determina le nostre rinascite, il karma completante determina gli eventi che ci capiteranno nelle vite future ed il karma ambientale determina le condizioni ambientali che incontreremo. Nei testi antichi vi sono anche molte indicazioni più precise degli effetti del karma. Ad esempio: dalla generosità nasce il benessere, dalla condotta etica nascono le rinascite fortunate, dalla pazienza nasce la bellezza e così via.
Gli effetti del Karma si accrescono se l'azione viene eseguita con continuità o con passione oppure se viene eseguita su una persona o un oggetto di grande importanza (ad esempio i genitori o un grande saggio).
È possibile dall’altro lato mitigare gli effetti del karma negativo in tre modi. Il primo è quello di pentirsi dopo aver compreso gli effetti negativi dell'azione commessa. Il secondo modo è quello di fare azioni virtuose per compensare gli effetti negativi generati. Il terzo modo è quello di modificare il proprio stato mentale applicando i giusti antidoti per eliminare le cause delle nostre azioni negative. Se la causa delle azioni negative è l’attaccamento, dobbiamo infatti applicare la rinuncia. Se la causa è l’ostilità, dobbiamo applicare la compassione, mentre se la causa è l’ignoranza, dobbiamo cercare la retta conoscenza.
La legge del Karma si basa sulle azioni, ma in realtà le azioni sono guidate dalle intenzioni. E sono le intenzioni che determinano il tipo di karma che verrà generato. Le intenzioni positive che hanno come obiettivo il bene degli altri o che ci spingono a progredire nel sentiero verso l’illuminazione daranno origine a karma positivo. Se invece danneggiamo gli altri o se cerchiamo esclusivamente il nostro benessere in questa vita, creeremo karma negativo.
Ad esempio donare una moneta ad un povero sembra un’azione positiva, ma se lo facessi esclusivamente per fare bella figura davanti agli amici, produrrebbe karma negativo. Nella realtà ogni azione avrà un misto di intenzioni positive e negative.
La legge del karma è la base dell’etica buddhista: vi è una giustizia immanente nel Samsara, che funziona come una legge fisica. Con le nostre azioni passate abbiamo determinato gli eventi che ci accadono oggi. Mentre in ogni momento, grazie al nostro libero arbitrio e sulla base delle intenzioni che muovono le nostre azioni, scegliamo che tipo di seme piantare per il futuro. Che sia un albero da frutto o una pianta velenosa, saremo poi noi a coglierne frutti in futuro. Dobbiamo quindi esaminare continuamente con attenzione e sincerità le motivazioni delle nostre azioni, cercando di eliminare le intenzioni negative mediante l’applicazione degli antidoti.
Scrivimi per parlare di buddhismo. Il mio indirizzo email è [email protected]