Bodhicitta: l'amore incondizionato
Il vero amore è quello che non chiede nulla e dona senza aspettarsi nulla in cambio.
Amare ed essere amati è un bisogno innato negli esseri umani. Quando siamo piccoli, letteralmente sopravviviamo grazie alle cure amorevoli dei nostri genitori ed abbiamo il bisogno innato di creare una relazione emozionale con chi si prende cura di noi. Questa predisposizione naturale ad amare continua per il resto della vita favorendo sia la nostra sopravvivenza, che la nostra felicità.
Con la parola amore si può in realtà intendere un'ampia varietà di sentimenti ed atteggiamenti differenti. Si dice che in sanscrito ci siano più di 100 parole per esprimere le diverse sfumature dell’amore. Nell’antica Grecia si utilizzavano almeno 4 parole diverse. Storgè, è l’amore familiare, in particolare tra genitori e figli e si basa su un senso di tenerezza ed appartenenza. Philia è l’amore tra amici, basato sull’affetto reciproco. Eros, che indica l’amore passionale ed infine Agapè, è l’amore incondizionato, che vuole soltanto il bene dell’amato o dell’amata.
Nel Buddhismo Mahayana le due ali per progredire nel sentiero verso l’illuminazione sono l’amore e la conoscenza. L’amore deve essere radioso, equanime e privo di attaccamento. Deve cioè nascere spontaneamente, come i raggi del sole, che illuminano ogni cosa allo stesso modo e non si aspettano nulla in cambio. La conoscenza è al servizio dell’amore: più conosciamo, meglio riusciamo ad amare.
A volte nel buddhismo si individuano 4 sublimi espressioni dell’amore: gentilezza, compassione, gioia empatica ed equanimità. Queste caratteristiche del vero amore sono chiamate anche i 4 incommensurabili (brahmaviharas).
La gentilezza è l’interesse per gli altri, ovvero la capacità di entrare in empatia con gli altri e di desiderare la loro felicità.
La compassione è l’aspirazione ad aiutare gli altri a liberarsi dalla sofferenza.
La gioia empatica è la capacità di essere felici per la felicità degli altri. La gioia empatica è molto importante perché, al contrario dell’invidia, ci permette di creare karma positivo semplicemente gioendo delle realizzazioni degli altri.
L’equanimità è la capacità di avere la visione d’insieme, non alterata da repulsione o attaccamento. In questo senso l’equanimità è l’amore universale che non giudica, non pone condizioni e non separa.
Per il Buddhismo, l’amore non è qualcosa di casuale, che può accadere oppure no. L’amore è invece il frutto di una scelta razionale e deve essere addestrato ed accresciuto. In particolare è possibile utilizzare la meditazione analitica per far nascere quella che viene chiamata Bodhicitta, ovvero l’amore universale, che ci porta alla determinazione ad impegnare tutte le nostre energie per raggiungere l’illuminazione e poter così aiutare più efficacemente gli altri.
Vi sono due metodi principali per far sorgere l’amore universale e la determinazione ad impegnarsi per il benessere degli altri. Il primo metodo è quello dei 7 punti di causa ed effetto, insegnato da Chandrakirti nel settimo secolo, il secondo è quello di scambiare se stessi con gli altri, insegnato da Shantideva nell’ottavo secolo.
I 7 punti di causa ed effetto
Il metodo dei sette punti di causa ed effetto presenta una sequenza di considerazioni sulle quali meditare.
Il primo punto si basa sulla comprensione che ogni essere senziente è stato in passato nostra madre. Secondo il buddhismo, infatti il Samsara esiste da sempre e noi abbiamo avuto innumerevoli vite prima di questa. Ogni volta che siamo nati abbiamo avuto una madre, con la quale abbiamo avuto una relazione d’amore speciale. Nel tempo quindi ogni essere senziente è stato più volte nostra madre. Oggi abbiamo corpi diversi e lontani, ma c’è stata una relazione d’amore con tutti gli esseri senzienti.
Il secondo punto è quello di riflettere su come ogni essere senziente ci abbia quindi accudito, nutrito ed amato, quando ne abbiamo avuto bisogno, permettendoci di essere ciò che siamo oggi.
Il terzo punto ci porta a far sorgere il desiderio di ricambiare il grande amore che abbiamo ricevuto fino ad oggi da ogni essere senziente.
Il quarto punto è la generazione di amorevole gentilezza verso tutti gli esseri. Dopo aver compreso che abbiamo una relazione speciale con tutti gli esseri senzienti ed aver maturato l’intenzione di ricambiare l’amore ricevuto, proveremo in modo naturale un sentimento d’amore empatico verso tutti gli esseri senzienti. Grazie all’empatia possiamo meglio comprendere la sofferenza di tutti gli esseri nel samsara e quindi comprendiamo che per aiutare veramente gli altri è utile fornire loro beni materiali e rifugio dalla sofferenza, ma è infinitamente più amorevole fornire gli strumenti ed il supporto per liberarsi dal samsara.
Il quinto punto è la generazione di compassione. La compassione è il desiderio che tutti gli esseri siano liberi dalla sofferenza.
Il sesto punto è la generazione dell’ attitudine straordinaria ovvero quella che il Dalai Lama chiama la responsabilità universale, ovvero la decisione di assumersi personalmente il compito di portare tutti gli esseri senzienti verso la liberazione. Nel buddhismo vi è una metafora di questi ultimi tre punti. Immaginiamo un bambino che stia annegando nel mare. L’amorevole gentilezza (quarto punto) ci fa provare dispiacere per quello che sta succedendo, la compassione (quinto punto) ci fa provare il desiderio che il bambino possa salvarsi, ma è l’attitudine straordinaria (sesto punto) che ci spinge a tuffarci in acqua per salvarlo. Quel bambino rappresenta ogni essere senziente nel samsara e l’attitudine straordinaria è la nostra decisione di agire personalmente fino a quando ogni essere sarà libero dalla sofferenza.
Il settimo punto è la generazione di bodhicitta, ovvero dell’aspirazione profonda e sincera a raggiungere l’illuminazione per poter aiutare nel modo migliore tutti gli altri esseri senzienti a liberarsi dalla sofferenza.
La generazione di bodhicitta non avviene in modo improvviso, ma si sviluppa per gradi. Meditando ripetutamente su questi punti, dobbiamo dapprima riconoscere che il ragionamento è giusto, poi dobbiamo far sorgere l’amore universale e quindi sviluppare la determinazione ad agire personalmente per il benessere di tutti gli esseri. Accadrà allora di riuscire occasionalmente a fare azioni altruistiche. Dovremo infine rendere spontanea e stabile nel tempo questa determinazione, ovvero bodhicitta.
Scambiare se stessi con gli altri
Vediamo ora il metodo di scambiare se stessi con gli altri.
Ovviamente non si tratta di uno scambio fisico, ma di porre gli altri al primo posto nella nostra mente.
Si inizia riflettendo sulla gentilezza degli altri nei nostri confronti: senza i nostri genitori non potremmo essere qui, senza l’impegno di altri molti esseri che nemmeno conosciamo, non potremmo nutrirci, vestirci ed imparare. Senza altri esseri da amare, non potremmo nemmeno progredire lungo il sentiero dell’illuminazione. Dobbiamo quindi comprendere che dipendiamo completamente dalla gentilezza degli altri.
Riflettiamo poi sulla nostra sofferenza. Stiamo sicuramente facendo del nostro meglio, ma nonostante questo facciamo fatica, facciamo errori e siamo fragili. Possiamo facilmente comprendere che ogni essere senziente, esattamente come noi, sta facendo del proprio meglio nella vita e se i risultati non sono soddisfacenti non è per mancanza di impegno, ma perché, come noi, è prigioniero delle proprie afflizioni mentali.
Possiamo a questo punto iniziare a rivolgere più attenzione alle difficoltà degli altri, piuttosto che fissarci sui loro errori. Comprenderemo quindi sempre meglio le loro necessità ed impareremo a poco a poco a cercare il loro bene, prima del nostro, senza desideri per noi ed in modo equanime
Riassumendo possiamo affermare che per il buddhismo l’amore deve essere privo di attaccamento ed universale e può essere rafforzato con percorsi di meditazione specifici, che abitueranno la nostra mente ad essere meno egocentrica ed a prendersi cura degli altri. Dobbiamo inoltre comprendere che ogni felicità deriva dal desiderio di rendere felici gli altri, mentre ogni sofferenza deriva dalla ricerca della nostra felicità. È la legge del karma: le azioni eseguite per la felicità degli altri causano karma positivo e quindi felicità, mentre le azioni rivolte esclusivamente alla nostra felicità generano karma negativo e quindi sofferenza.
Con la parola amore si può in realtà intendere un'ampia varietà di sentimenti ed atteggiamenti differenti. Si dice che in sanscrito ci siano più di 100 parole per esprimere le diverse sfumature dell’amore. Nell’antica Grecia si utilizzavano almeno 4 parole diverse. Storgè, è l’amore familiare, in particolare tra genitori e figli e si basa su un senso di tenerezza ed appartenenza. Philia è l’amore tra amici, basato sull’affetto reciproco. Eros, che indica l’amore passionale ed infine Agapè, è l’amore incondizionato, che vuole soltanto il bene dell’amato o dell’amata.
Nel Buddhismo Mahayana le due ali per progredire nel sentiero verso l’illuminazione sono l’amore e la conoscenza. L’amore deve essere radioso, equanime e privo di attaccamento. Deve cioè nascere spontaneamente, come i raggi del sole, che illuminano ogni cosa allo stesso modo e non si aspettano nulla in cambio. La conoscenza è al servizio dell’amore: più conosciamo, meglio riusciamo ad amare.
A volte nel buddhismo si individuano 4 sublimi espressioni dell’amore: gentilezza, compassione, gioia empatica ed equanimità. Queste caratteristiche del vero amore sono chiamate anche i 4 incommensurabili (brahmaviharas).
La gentilezza è l’interesse per gli altri, ovvero la capacità di entrare in empatia con gli altri e di desiderare la loro felicità.
La compassione è l’aspirazione ad aiutare gli altri a liberarsi dalla sofferenza.
La gioia empatica è la capacità di essere felici per la felicità degli altri. La gioia empatica è molto importante perché, al contrario dell’invidia, ci permette di creare karma positivo semplicemente gioendo delle realizzazioni degli altri.
L’equanimità è la capacità di avere la visione d’insieme, non alterata da repulsione o attaccamento. In questo senso l’equanimità è l’amore universale che non giudica, non pone condizioni e non separa.
Per il Buddhismo, l’amore non è qualcosa di casuale, che può accadere oppure no. L’amore è invece il frutto di una scelta razionale e deve essere addestrato ed accresciuto. In particolare è possibile utilizzare la meditazione analitica per far nascere quella che viene chiamata Bodhicitta, ovvero l’amore universale, che ci porta alla determinazione ad impegnare tutte le nostre energie per raggiungere l’illuminazione e poter così aiutare più efficacemente gli altri.
Vi sono due metodi principali per far sorgere l’amore universale e la determinazione ad impegnarsi per il benessere degli altri. Il primo metodo è quello dei 7 punti di causa ed effetto, insegnato da Chandrakirti nel settimo secolo, il secondo è quello di scambiare se stessi con gli altri, insegnato da Shantideva nell’ottavo secolo.
I 7 punti di causa ed effetto
Il metodo dei sette punti di causa ed effetto presenta una sequenza di considerazioni sulle quali meditare.
Il primo punto si basa sulla comprensione che ogni essere senziente è stato in passato nostra madre. Secondo il buddhismo, infatti il Samsara esiste da sempre e noi abbiamo avuto innumerevoli vite prima di questa. Ogni volta che siamo nati abbiamo avuto una madre, con la quale abbiamo avuto una relazione d’amore speciale. Nel tempo quindi ogni essere senziente è stato più volte nostra madre. Oggi abbiamo corpi diversi e lontani, ma c’è stata una relazione d’amore con tutti gli esseri senzienti.
Il secondo punto è quello di riflettere su come ogni essere senziente ci abbia quindi accudito, nutrito ed amato, quando ne abbiamo avuto bisogno, permettendoci di essere ciò che siamo oggi.
Il terzo punto ci porta a far sorgere il desiderio di ricambiare il grande amore che abbiamo ricevuto fino ad oggi da ogni essere senziente.
Il quarto punto è la generazione di amorevole gentilezza verso tutti gli esseri. Dopo aver compreso che abbiamo una relazione speciale con tutti gli esseri senzienti ed aver maturato l’intenzione di ricambiare l’amore ricevuto, proveremo in modo naturale un sentimento d’amore empatico verso tutti gli esseri senzienti. Grazie all’empatia possiamo meglio comprendere la sofferenza di tutti gli esseri nel samsara e quindi comprendiamo che per aiutare veramente gli altri è utile fornire loro beni materiali e rifugio dalla sofferenza, ma è infinitamente più amorevole fornire gli strumenti ed il supporto per liberarsi dal samsara.
Il quinto punto è la generazione di compassione. La compassione è il desiderio che tutti gli esseri siano liberi dalla sofferenza.
Il sesto punto è la generazione dell’ attitudine straordinaria ovvero quella che il Dalai Lama chiama la responsabilità universale, ovvero la decisione di assumersi personalmente il compito di portare tutti gli esseri senzienti verso la liberazione. Nel buddhismo vi è una metafora di questi ultimi tre punti. Immaginiamo un bambino che stia annegando nel mare. L’amorevole gentilezza (quarto punto) ci fa provare dispiacere per quello che sta succedendo, la compassione (quinto punto) ci fa provare il desiderio che il bambino possa salvarsi, ma è l’attitudine straordinaria (sesto punto) che ci spinge a tuffarci in acqua per salvarlo. Quel bambino rappresenta ogni essere senziente nel samsara e l’attitudine straordinaria è la nostra decisione di agire personalmente fino a quando ogni essere sarà libero dalla sofferenza.
Il settimo punto è la generazione di bodhicitta, ovvero dell’aspirazione profonda e sincera a raggiungere l’illuminazione per poter aiutare nel modo migliore tutti gli altri esseri senzienti a liberarsi dalla sofferenza.
La generazione di bodhicitta non avviene in modo improvviso, ma si sviluppa per gradi. Meditando ripetutamente su questi punti, dobbiamo dapprima riconoscere che il ragionamento è giusto, poi dobbiamo far sorgere l’amore universale e quindi sviluppare la determinazione ad agire personalmente per il benessere di tutti gli esseri. Accadrà allora di riuscire occasionalmente a fare azioni altruistiche. Dovremo infine rendere spontanea e stabile nel tempo questa determinazione, ovvero bodhicitta.
Scambiare se stessi con gli altri
Vediamo ora il metodo di scambiare se stessi con gli altri.
Ovviamente non si tratta di uno scambio fisico, ma di porre gli altri al primo posto nella nostra mente.
Si inizia riflettendo sulla gentilezza degli altri nei nostri confronti: senza i nostri genitori non potremmo essere qui, senza l’impegno di altri molti esseri che nemmeno conosciamo, non potremmo nutrirci, vestirci ed imparare. Senza altri esseri da amare, non potremmo nemmeno progredire lungo il sentiero dell’illuminazione. Dobbiamo quindi comprendere che dipendiamo completamente dalla gentilezza degli altri.
Riflettiamo poi sulla nostra sofferenza. Stiamo sicuramente facendo del nostro meglio, ma nonostante questo facciamo fatica, facciamo errori e siamo fragili. Possiamo facilmente comprendere che ogni essere senziente, esattamente come noi, sta facendo del proprio meglio nella vita e se i risultati non sono soddisfacenti non è per mancanza di impegno, ma perché, come noi, è prigioniero delle proprie afflizioni mentali.
Possiamo a questo punto iniziare a rivolgere più attenzione alle difficoltà degli altri, piuttosto che fissarci sui loro errori. Comprenderemo quindi sempre meglio le loro necessità ed impareremo a poco a poco a cercare il loro bene, prima del nostro, senza desideri per noi ed in modo equanime
Riassumendo possiamo affermare che per il buddhismo l’amore deve essere privo di attaccamento ed universale e può essere rafforzato con percorsi di meditazione specifici, che abitueranno la nostra mente ad essere meno egocentrica ed a prendersi cura degli altri. Dobbiamo inoltre comprendere che ogni felicità deriva dal desiderio di rendere felici gli altri, mentre ogni sofferenza deriva dalla ricerca della nostra felicità. È la legge del karma: le azioni eseguite per la felicità degli altri causano karma positivo e quindi felicità, mentre le azioni rivolte esclusivamente alla nostra felicità generano karma negativo e quindi sofferenza.
Scrivimi per parlare di buddhismo. Il mio indirizzo email è [email protected]